La domanda che assilla i dubbiosi che sanno di doversi sottoporre a un intervento di chirurgia implantare per rimpiazzare uno o più denti mancanti è sempre la stessa: può accadere che l’impianto venga “rigettato”?
La risposta è senza dubbio NO: il rigetto è un fenomeno che riguarda organi o tessuti trapiantati in un organismo che, a causa di una risposta incontrollata del sistema immunitario che riconosce quegli organi o tessuti come estranei, non li accoglie ma, al contrario, li respinge con una vistosa reazione immunitaria.
Un impianto è realizzato con materiali, quali il titanio medicale, che non possono mai evocare una risposta di rigetto, perché totalmente inerti e, conseguentemente, biocompatibili al 100%.
Quello che accade in certi casi agli impianti è un fallimento da mancata OSTEOINTEGRAZIONE, ossia di quel fenomeno che, in condizioni normali, porta l’osso a formarsi intorno alle spire dell’impianto che, in questo modo, si fonde con esso e diventa una solida e valida radice.
I motivi per cui l’osteointegrazione può non verificarsi hanno a che fare con fattori legati all’ospite o all’intervento chirurgico. L’importante è sapere che, in soggetti sani e con igiene buona, una corretta tecnica chirurgica e il rispetto di alcune semplici regole nel post operatorio porteranno a un successo implantare in un numero elevatissimo di casi.
Nella restante, sparuta percentuale di fallimenti (inferiore al 5%) sarà comunque possibile, dopo una breve attesa per la guarigione dei tessuti, ripetere l’intervento.