Dentocrazia. Il servizo di Report del 29 10 2018. Proviamo a capirci qualcosa…

Qualche sera fa, la seguitissima trasmissione di Rai Tre Report ha dedicato un ampio servizio all’argomento delle cliniche odontoiatriche. Se lo hai perso, puoi vedere il servizio qui: http://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Gli-sdentati-47a51fcf-b6c8-4305-b26d-898648a1b9f3.html

È innegabile che Report abbia sempre svolto un’opera meritoria, occupandosi di servizi di inchiesta a volte “scomodi” e contribuendo a fare chiarezza su tanti argomenti che, altrimenti, non sarebbero stati altrettanto noti ai consumatori, agli elettori e ai risparmiatori.

Tuttavia, crediamo che, nel servizio in questione, Report sia caduto in un meccanismo abbastanza frequente nelle trasmissioni di inchiesta, quello, cioè, di partire da un teorema e di cercare di dimostrarlo, avventurandosi in argomenti che avrebbero meritato una trattazione più ampia e un coinvolgimento di tutti i protagonisti chiamati in causa dalla vicenda, cui non è stato concesso diritto di replica.

Partiamo da un presupposto: il servizio tendeva a mettere in cattiva luce le catene di dentisti low cost e a noi potrebbe andare bene così, nel senso che non è certo un argomento che ci tocca da vicino. Tuttavia, se le argomentazioni utilizzate non sono valide, e lo spettatore non addetto ai lavori non possiede i mezzi per discernere la verità da opinioni vendute per oro colato, è opportuno fare chiarezza.

Ma andiamo per ordine: il presentatore esordisce con riferimenti ad un recente passato in cui i dentisti italiani si sarebbero distinti per essere i più costosi d’Europa e per praticare abitualmente l’evasione fiscale. Tralasciando la generalizzazione assolutamente arbitraria, fa specie che nessun giornalista, quando si riferisce a questi dati, si preoccupi di verificare se, per caso, i dentisti italiani non siano anche quelli che pagano gli affitti più alti, le tariffe odontotecniche più alte, i contributi pensionistici più alti e le tasse più alte.

Entrando nel vivo del servizio, due “ganci” della trasmissione vengono inviati a sottoporsi a visite gratuite presso cliniche appartenenti a grosse società di capitali e, in seguito, da professionisti privati. Quello che emerge è che, a detta dei “dentisti di famiglia” le cliniche avrebbero proposto trattamenti inutili quando non addirittura dannosi. Ora, il messaggio che passa è che il dentista tradizionale dica il vero mentre la grossa società mente pur di fare fatturati astronomici. Non è escluso che questo sia realmente accaduto, ma il metodo utilizzato dalla trasmissione per dimostrare il teorema è, quantomeno, discutibile e vi spieghiamo perché. Innanzitutto non si pone adeguatamente l’accento sulla difficoltà dell’atto medico più sottovalutato in assoluto ma non per questo scontato, la diagnosi. Dire che una carie c’è o non c’è può apparire semplice, ma spesso la differenza fra chi ne diagnostica la presenza e chi ritiene che si tratti solo di una zona “scura” del dente risiede nella sensibilità del mezzo utilizzato: il semplice specillo, cioè la sonda appuntita che utilizza il dentista può esistere in diverse misure, ed è evidente che carie più piccole necessitino di sonde più sottili per poter essere diagnosticate. Questo senza contare che attualmente il mercato offre strumenti diagnostici sensibilissimi, come la trans illuminazione a fibre ottiche, che permette di identificare anche le lesioni cariose incipienti. Se poi su queste lesioni inizialissime si debba intervenire o meno è argomento dibattuto dalle società scientifiche. Ma non per Report, ovviamente, che pretende di sapere le cose solo perché dà voce a un professionista scelto di propria iniziativa.

Un’altra incongruenza diagnostica emerge nel prosieguo del servizio: presso la clinica a un paziente viene detto che il MOLARE che ha devitalizzato anni prima deve essere ritrattato e incapsulato perché la terapia canalare è “corta” e la struttura del dente è a rischio frattura. La smentita arriva poco dopo da parte di un dentista “blasonato”, secondo il quale “quel dente può andare avanti altri 20 anni senza dare problemi”. Bene, i dubbi sulla correttezza di questa valutazione sono tanti e cerchiamo di sintetizzarli: innanzitutto il dentista privato mostra una radiografia di un PREMOLARE E NON DI UN MOLARE; ora, va bene che secondo Report i dentisti delle catene sono tutti malfidati e incompetenti, ma la differenza fra molare e premolare te la insegnano nella biologia della terza media, e forse presso la clinica si riferivano ad un altro dente. In secondo luogo il dente che si vede in radiografia appare malamente devitalizzato (forse addirittura ha 2 canali e ne è stato trattato –male- solo uno) ed effettivamente è molto compromesso nella struttura, tanto da richiedere che venga ricoperto mediante una capsula. E, quando si procede alla protesizzazione di un dente mediante una corona, è imperativo che la terapia canalare sia eseguita a regola d’arte. Questo lo dicono le linee guida della SIE, la società italiana di Endodonzia, ossia uno degli organi scientifici più competenti in materia. A tal proposito, l’AIO, invece, la società della quale il dentista privato è presidente, è una società di natura sindacale e la carica che riveste il collega è elettiva. Nulla vieta di credere che chi riveste una carica meramente politica sia anche un ottimo professionista ma, per amore del rigore scientifico, sarebbe stato forse opportuno interpellare uno specialista certificato della materia. Il quale, sicuramente, avrebbe detto quello che vi stiamo per dire noi: le congetture sulla radiografia valgono zero, perché è un’ortopanoramica, e semplicemente la diagnosi di questo tipo di patologie si fa su un altro tipo di radiografia, quella endorale!

L’argomento che tratta in seguito il servizio è quello delle cliniche che in Spagna –e ora anche in Italia- hanno eseguito terapie non necessarie, clinicamente scorrette e incomplete e, dopo aver riscosso le somme pattuite per intero mediante finanziarie, hanno lasciato i pazienti in mezzo ai guai.

Ora, premettendo che chi è stato imbrogliato, sottoposto a trattamenti incongrui o compromesso gravemente nella funzione masticatoria e nell’estetica merita il massimo della solidarietà, francamente la trafila delle testimonianze dei pazienti avrebbe meritato il filtro di una persona competente perché non si rivelasse una teoria di inesattezze come appare nel servizio: una paziente riferisce di essere stata sottoposta ad un intervento da un tecnico e un’infermiera; un altro racconta di un intervento mirato a drenare il contenuto infetto del seno mascellare eseguito con uno scalpello e terminato con la frattura della mandibola –ed è evidente che confonde ciò che è stato fatto per innestare osso dove mancava con ciò che è stato fatto in seguito e confonde pure la mascella con la mandibola; una signora, infine, racconta di aver contratto l’epatite B presso una di queste cliniche. Sono racconti sensazionali e riescono nell’intento di indignare, ma discernere ciò che è verosimile (molto poco) da ciò che è dettato da rabbia e frustrazione è un compito difficile.

Vediamo, però, di capire quali conclusioni si possono trarre sui dentisti privati e quelli delle cliniche a società di capitale e di stilare un vademecum per cercare il dentista onesto, bravo, che si faccia pagare il giusto nella selva di offerte che ci sono oggi:

Che sia un professionista indipendente o che lavori per una grossa società plurimilionaria GUARDA IL CURRICULUM del tuo professionista di fiducia, sceglilo per le sue credenziali e pretendi che ti segua per l’intero percorso terapeutico.

Prenditi qualche giorno per assimilare tutti gli elementi che il dentista avrà fatto scaturire da una visita completa di esame obbiettivo e esami strumentali e che sia durata almeno un’ora: quanti e quali denti devi curare, quali sono le opzioni terapeutiche, quali sono le tempistiche e i costi previsti. Solo in seguito, quando sarai convintissimo, affidati a lui (o a loro se è un’equipe multidisciplinare) con fiducia.

Non cercare informazioni su internet riguardo alle terapie cui sarai sottoposto: per pubblicare nozioni pseudoscientifiche basta avere un sito internet (20-30 euro l’anno), per fare una diagnosi nel nostro campo servono 6 anni di studio e tantissimi altri di aggiornamento.

Sappi che il mercato include bravissimi professionisti che, non avendo grossi capitali, non possono permettersi uno studio proprio e devono lavorare presso cliniche di proprietà di multinazionali milionarie e privati che hanno lo studio all’avanguardia solo perché si sono arricchiti indebitamente. Applica il buon senso e, come sempre, dopo aver scelto a chi accordare la tua fiducia, lasciati curare bene: non te lo dicono mai, ma la collaborazione e la fiducia del paziente sono un elemento essenziale per la riuscita delle terapie.

Prediligi chi opta per soluzioni conservative quando si tratta dei tuoi denti: non vuol dire che qualche dente non sia assolutamente da estrarre ogni tanto, ma se un dente ha sufficiente struttura e non ha problemi irreversibili, potrà essere devitalizzato e incapsulato e funzionerà egregiamente per anni; a volte, un impianto può attendere!

Piuttosto che ignorare problemi annosi (che, per inciso, non si risolvono mai da soli e anzi tendono a peggiorare) recati periodicamente dal tuo dentista (ogni 6 mesi un controllo è d’obbligo): la maggior parte delle volte, anche per le terapie più costose lo studio ti saprà proporre formule di pagamento dilazionate e sostenibili. Se poi sarà necessario ricorrere al sostegno economico di una finanziaria non temere: un dentista coscienzioso non ti abbandonerà mai nei guai.

Speriamo di esserti stati utili, non esitare a chiederci informazioni se ne hai bisogno: i nostri recapiti sono nei contatti del sito.

 

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